La conservazione e l’allenamento del cane

Un giorno di alcuni anni fa mi arriva una richiesta di Addestramento Educativo e di conseguente Iniziazione al Dressage di Tre Diversi Giovani Esemplari, tutti Fratelli, di razza Setter Inglese.

Al telefono c’era il Dottor Vincenzo Di Paolo, Enzo per gli amici, residente a Scorzè [VE].

Col tempo tra noi nacque un rapporto schietto e leale che nel suo evolversi mi portò a conoscere un’altra persona di quelle parti, un personaggio “alto”, non tanto per la statura che sembra ricordare quella di Maradona, quanto per la particolare Amicizia che ancora oggi mi lega a lui, fondata sulla Serietà, la Sincerità ed il Rispetto reciproco, che si è poi trasformata in una fattiva Collaborazione.

Il suo nome è Angelo Sostenio, di Massanzago [PD], ed a conferma di ciò ho tenuto a citarlo anche nei “Ringraziamenti” del mio Libro “IL SETTERMAN E L’ARTE DELLA BECCACCIA”.

A dire il vero in tutti questi anni le molte situazioni ed i molteplici rapporti che ci hanno visti coinvolti, alcuni anche di una certa importanza, hanno subito dei momenti di “raffreddamento” ma nonostante ciò non è mai venuta a mancare l’intesa che fin dall’inizio ci aveva legato.

Devo riconoscere ad Angelo una buona dose di umiltà, poiché tra Noi Due è stato il primo a mettersi in contatto per sanare le questioni che erano sorte intorno ai Cani trattati, anche se a presentarsi di persona, mettendoci la faccia, sono stato io, per di più fra le Mura di Casa Sua.

Non sono servite parole, sono bastati gli sguardi a permetterci di tornare indietro e “comprenderci” con quella concretezza che ci aveva fatto conoscere.

Ho potuto così esprimere il mio pensiero, che per indole naturale mi ha sempre contraddistinto nei miei cinquant’anni [da poco superati…]:

«Nella vita, la vita moderna che sembra aver perso ogni valore, a volte è più importante saper fare un passo indietro.»

Proprio in uno dei giorni scorsi, il 7 Maggio 2011, all’imbrunire, quando il buio comincia a calare su tutte le cose, stavo facendo due passi in compagnia dei miei Cavalier King Charles Spaniel lungo il Fiume Brenta, quando mi arriva un sms, anzi  guardando meglio vedo che si tratta di una chiamata senza risposta.

Controllando noto che è il numero di Angelo e siccome ormai è tardi gli rispondo anch’io con un messaggio per fissare un Appuntamento Cinofilo all’indomani mattina, molto presto, presso il Campo di Addestramento ed Allenamento di Nove [VI].

Dopo i nostri litigi, era la prima volta che uscivamo insieme coi Cani.

Come di consuetudine, alle 5:45 del mattino seguente, ero sul posto con alcuni dei miei Esemplari, mentre Angelo è arrivato nel giro di una mezz’ora.

Al suo arrivo l’ho raggiungo all’entrata per aprirgli il lucchetto che blocca la sbarra di accesso [accesso consentito solo ai soci iscritti al Campo] e dopo esserci salutati ha esclamato: “Purtroppo ho dimenticato a casa gli stivali ma è così tanta la voglia di uscire con i Cani che mi infilerò un paio di scarpe di poco conto e ti seguirò comunque… non ha importanza se è bagnato, poi mi asciugherò.”


Da principio siamo usciti con la Coppia di Setter Inglesi formata da MARA [Adulta Bicolore, Bianco-Nera] e GENNY [Cucciolona Tricolore, Bianco-Nero-Arancio]; la prima, la più Matura, la conoscevo molto bene, viceversa la Giovane non l’avevo mai vista “liberata” sul terreno.

GENNY è figlia di BIRBA per un Maschio di sangue Radentis, di proprietà di un suo conoscente [Angelo desiderava accoppiarla con il mio stallone OPPIS MIKY ma in quel periodo non ci parlavamo nemmeno…].

Già dai primi passi ho avvertito nella stessa GENNY un Esemplare molto operoso, leggermente attirata dai movimenti di MARA, quel tanto che basta per seguirla “a Rimorchio” in più di qualche occasione ma comunque mi è sembrata un Soggetto con buona presa di terreno.

Inoltre non era difficile capire che Angelo era uscito poche volte con lei, se non pochissime, poiché appena la cagna riusciva a scorgere fra gli alberi sulla nostra sinistra qualche altro Esemplare estraneo, anche ad un centinaio di metri da noi, gli correva incontro per annusarlo e giocare.

L’ho fatto notare subito al mio Amico, che senza nemmeno cercare scusanti mi ha risposto: “Negli ultimi tempi non ho avuto molto tempo libero, un pò a causa del lavoro come tu sai, un pò perché mi sono messo a seguire il giardino di casa… ma ho già anticipato a mia moglie che a partire dal prossimo sabato devo dedicare del tempo ai miei Cani, col giardino ho finito tutto…”.

Una volta recuperata la Giovane, abbiamo continuato la ricerca spostandoci lungo il lato ovest del Campo e, giunti all’inizio del boschetto contiguo, nel punto dove va a formare un angolo retto col terreno scoperto, GENNY si è messa in Ferma proprio davanti a me, alla base di un piccolo cespuglio.

Mi sono girato per avvisare Angelo ed ho notato in quell’istante la bellissima posizione che a sua volta era stata intrapresa da MARA, in morbido Consenso.

Il mio Amico era raggiante nell’osservare la scena e passando a fianco della Setter Bianco-Nera si è piegato per accarezzarla dolcemente, portandosi poi a ridosso della più Giovane.

Dopo averla raggiunta, l’ha invitata ad entrare nel folto del boschetto e seguendo le sue prime mosse è arrivata anche l’altra; una “sterzata” di qua ed una di là e in un attimo si è alzata “a Colonna” una Quaglia fra le attorcigliate ramaglie lì presenti, tanto che le Due Femmine quasi non se l’aspettavano.

Sbolliti gli animi abbiamo ripreso a scendere verso il prato, dove l’erba era più alta, e sapendo che Angelo calzava un paio di semplici e vecchie scarpe, l’ho invitato a percorrere il limite del bosco per evitare che si “inzuppasse” i piedi di rugiada.

Giunti al vertice dell’Area Autorizzata, gli ho chiesto: “Vorrei osservarla nel folto, nello sporco. Ti va l’idea?!”

“Si, portami dove vuoi tu, io ti seguo.”

Siamo entrati così nel sentiero battuto ai margini Fiume Brenta e da subito la Giovane GENNY si è “smarrita”, prima andando di colpo verso destra e poi verso sinistra.

Nel cercarla, per non confondere ancora di più la situazione, ho invitato Angelo a tornare “nel pulito” altrimenti non ne avremmo cavato un ragno dal buco.

Detto-fatto, seguendo un’altro sentiero in pochi passi siamo tornati dalla parte opposta.

Qui GENNY ha intravisto di nuovo i Cani di altri Conduttori e vi si è infilata in mezzo: ancora una volta Angelo ha dovuto intervenire con fischi e richiami, finché, a furia d’insistere, abbiamo raggiunto il Parcheggio dove si trovava la sua auto.

Appena arrivati, ha fatto risalire le Prime Due cagne ed ha deciso di far scendere per il Secondo Turno di giornata OPPIS GLORY ed OPPIS BRINA.

La prima è una Setter Inglese Bianco-Arancio e l’altra una Bianco-Fegato, nate rispettivamente il 9/12/2009 ed il 12/12/2009, entrambe provenienti dal mio Allevamento ed altresì dalla mia Opera Professionale.

Da qualche settimana le avevo affidate ad Angelo poiché erano giunte al punto di “dover comprendere il Cambio di Mano” e, cosa più importante, di “dover ragionare” per un pò su quanto era stato loro insegnato.

Appena liberate, gli ho fatto notare che “erano poco armoniose, poco brillanti” a causa del forzato “Fermo ai Box”, e lui ovviamente mi ha ripetuto quanto mi aveva detto poco prima, rassicurandomi allo stesso tempo che si sarebbe impegnato a “muoverle” nelle settimane a venire.

OPPIS GLORY, la Bianco-Arancio, è di sicuro la più stilista, la più elegante ed in definitiva la più “Setter” delle due, così come rispetto a quelle liberate da Angelo in precedenza, tanto che un frequentatore del Campo ci si è avvicinato dicendoci: “Quella Cagnolina è una ‘iradiddio’, cammina a mille all’ora, è elegante e molto composta. Complimenti, è senz’altro un Esemplare, da tenere in considerazione.”

Gli faceva eco Angelo: “È davvero molto bella, lo dicevo anch’io ad Oscar. Ti riempie gli occhi in quanto aggredisce il Terreno sempre in maniera armoniosa, elegante e con grande vivacità. Proprio bella, non c’è che dire.”

“Immagino non sia da chiedere” ha ribattuto l’altra persona “ma io ci provo comunque: per caso è in vendita?”

Ed Angelo a lui con tono irritato: “Stiamo scherzando! Non è mia, e comunque non se ne parla nemmeno!!!”

Senza andare oltre nello scambio di opinioni, abbiamo proseguito la Nostra Camminata, la Cerca, sempre attraversando il lato ovest del Campo, lungo il quale – girando attorno all’area riservata agli Aeromodellisti – all’ombra di alcuni alberi di pioppo in una zona dove l’Erba Tagliata contrasta con quella più Alta, OPPIS BRINA si è posta in Ferma rivolta a sud.

Ho lasciato ad Angelo l’onore di Servirla e lui con fierezza le si è avvicinato.

Mentre l’assecondava, dall’altra parte, forse una decina di metri più in là, è giunto all’improvviso “un taglio infuocato” in mezzo all’Erba Alta da parte di OPPIS GLORY, la Bianco-Arancio, che senza avvertire nulla di quello che stavamo facendo noialtri, ha purtroppo causato l’involo di una Coppia di Quaglie.

In quel momento un mio conoscente, compaesano di mia madre, che stava osservando lo svolgersi dell’intera scena, ha richiamato la mia attenzione con un cenno delle mani dicendo: “Oscar, ma quanto ha quella Setter Inglese Bianco-Fegato?!”

Ed io: “Ha 17 mesi. Perché?”

“Siamo appena passati noi di lì” mi ha risposto “con ben Cinque Cani, tutti Adulti e non abbiamo incontrato nulla… perciò mi domandavo com’è possibile che abbia incontrato qualcosa lei?!”

“Succede a tutti,” ho tentato di rinfrancarlo “ non preoccuparti…”

Angelo che ha assistito all’evento, mi si è avvicinato bisbigliando a bassa voce: “Se i miei Cani fanno una cosa del genere ti assicuro che li elimino ancor prima di arrivare a casa, stanne certo!!”


Alzando le spalle e facendo una smorfia d’intesa, l’ho assecondato indicandogli poi la Nuova Direzione da percorrere e, dopo aver recuperato i nostri “Due Diavoli”, abbiamo ripreso il cammino verso il bosco, spostandoci questa volta dal lato sud verso nord.

Pochi passi dentro le prime piante e la più intraprendente OPPIS BRINA dava già segni di aver percepito un importante effluvio, per immobilizzarsi dopo solo pochi istanti in una solida Ferma.

Essendole vicino, sono intervenuto io stesso per Servirla ed ho subito fatto involare un’altra Quaglia.

Girandomi verso Angelo in cerca di conferma, fra me e me ho pensato: “Se il mio conoscente di prima l’avesse saputo, forse anche lui avrebbe sul serio pensato che i suoi Cani era meglio… dedicarli ad altro.”


Risalendo il piccolo bosco, le Due Giovani Setter Inglesi hanno dato al mio Amico-Collaboratore un’ulteriore “prova” del loro valore, non tanto per i successivi incontri realizzati, che comunque sono sempre ben accetti e di pregio [la contemporanea presenza di altri Cani che giravano a vuoto era più che rivelatrice da questo punto di vista…], ma bensì per la sicurezza e la personalità con le quali aggredivano il Territorio Boschivo limitrofo. Per di più con numerose Azioni dettate da un naturale e continuo Collegamento, senza che mai Noi dovessimo intervenire con richiami, grida o fischi di alcun genere, di certo anche grazie all’Adeguata Istruzione ed al Lavoro che ho svolto direttamente su di Loro nei mesi precedenti, con assoluta costanza.

Ho inoltre fatto notare ad Angelo che senza nemmeno doversi dannare, benché in presenza di altri Appassionati e di almeno altrettanti Cani, le Giovanissime OPPIS BRINA ed OPPIS GLORY rientravano “sempre e comunque” con regolarità verso di Noi, senza mai distrarsi, semplicemente “tracciandoci”.

Prima di arrivare all’auto, come faccio di norma, ho richiamato l’attenzione di entrambe le cagne ed ognuna per uno le abbiamo legate al guinzaglio, poiché l’Educazione dei Conduttori secondo il mio punto di vista si nota anche da queste piccole cose.

Giunti al Parcheggio fra mille e più chiacchiere, osservazioni e dissezioni, Angelo le ha fatte risalire ed ha fatto scendere la Coppia destinata all’ultimo “Turno” di giornata: OPPIS FARHA [detta BELLA], magnifico Esemplare dal Mantello Bianco-Nero di Tre Anni d’età, “bella” di nome e di fatto in quanto a Perfezione Morfologica, e la Giovane MERY, Sorella di Cucciolata di GENNY, la Tricolore che era scesa al Primo “Turno”, anch’essa dal Mantello Tricolore.

Ho notato subito in lei un maggior Stile ed un miglior Movimento, una sicura e più evidente Compostezza rispetto alla Sorella predetta, ma altrettanto, se non in maniera ancor più marcata, l’innato difetto determinato dalla “Volontà di Rimorchio”.

Dopo aver percorso poche centinaia di metri, proprio com’era accaduto con la Sorella anche MERY si è data ai “Raduni di Gruppo” con altri Cani sconosciuti che entravano ed uscivano ad intermittenza dal margine del bosco adiacente.

Senza che io abbia dovuto fare alcun cenno ulteriore, dopo  averla “recuperarla” tra fischi e richiami di un certo tono, Angelo stesso nell’avvicinarsi mi fa: “Non c’è che dire, come sempre hai ragione tu, i Cani che passano sotto le tue Mani sono un’altra cosa, di un altro pianeta… purtroppo lo potrebbero vedere anche i ciechi. Hai ragione anche quando affermi che se si desidera tenere uno o più Cani da Caccia bisogna per forza ‘seguirli’, più che per Alimentarli ed Accudirli, per ‘Lavorarli’ e farli Uscire con Regolarità. Solo considerando quanto abbiamo visto nell’ultima ora e mezza non ci possono essere dubbi: due semplici ‘Cucciolone’ di 17 mesi hanno messo in scacco e fatto scuola ad Alti Livelli a tutti gli Appassionati qui presenti, nonostante il caldo persistente. Si sono comportate come delle Veterane e fra l’altro hanno ‘incontrato’ oltre misura a destra e a manca… tutto questo è né più né meno che il frutto di un continuo Lavoro di Sacrificio e Dedizione di una persona competente. E per fortuna dicevi che ti sembravano poco armoniose e poco splendide. Cosa avrei dovuto aspettarmi se fossero state in Piena Forma?!”


Durante il successivo percorso lungo il Campo, immersi nell’afa consistente più che in precedenza, la bellissima OPPIS FARHA [detta BELLA] ha avuto modo di mostrare gran parte delle Sue Conoscenze e dei Suoi Saperi Venatori, andando ad incontrare tanto nel “pulito” che nel “sottobosco” le Quaglie che ormai credevano di essersi rintanate, mentre la Giovane MERY - seppur in pieno Stile “Setter Inglese”- ha continuato indifferente nelle Sue Azioni “a Rimorchio” ed ancor più nel folto del bosco a smarrirsi purtroppo dappertutto.

Cercando di cambiare discorso ed essendo un tipo curioso di natura [nel senso buono del termine], Angelo si è poi indirizzato verso i Nuovi Nati, le Nuove Leve del mio Allevamento, chiedendomi lumi su tutto: «Di chi sono figli questi?» «E quelli?» «Quanti sono i Maschi?» «E quante le Femmine?» «Hai già deciso quali tenere?», dicendo infine: “A me che ti sono Amico, oltre che Collaboratore, dimmi una cosa: dovendo rimpiazzare la BIRBA che tanto mi manca, quale  di questi consiglieresti?”

A questo punto reputo scorretto riportare i contenuti da me esposti ad Angelo, posso solo dire che lui stesso ha potuto apprezzare la mia sincerità nei suoi confronti.

Concludo affermando che “Insegnare” ai Cani da Caccia l’Educazione di Base e poi completare l’intera Opera con un Dressage di Qualità può sembrare cosa facile, alla portata di tutti, ma in base all’esperienza che ho accumulato in quasi quarant’anni, sento di poter dichiarare che la dedizione, il sacrificio e l’impegno quotidiani [anche il dover rinunciare ad interessi propri o famigliari, oppure ad altre opportunità di svago] da riservare a qualsiasi Futuro Ausiliare in tutti i giorni della settimana, sia in quelli lavorativi che in quelli festivi ed in qualsiasi condizione ambientale, rappresentano senza dubbio un grosso “Impegno” per chiunque. Un tale lavoro è di sicuro più facile a dirsi che a farsi ed è allo stesso tempo la misura della distanza che separa il dire e il fare [“tra il dire e il fare…”].

Anche in questo post reputo di straordinaria attualità ed utilità inserire a memoria “storica” della mia Esperienza alcuni contenuti tratti dalla Quindicesima Edizione del libro “ADDESTRAMENTO DEL CANE DA FERMA” di Felice Delfino [Ed. Olimpia, Prima Edizione 1931], dal capitolo“La conservazione e l’allenamento del cane”

“Non dobbiamo credere di poter conservare un buon cane da ferma come si conserva un fucile che, pulito ed ingrassato, alla fine della stagione venatoria rimettiamo nella sua custodia per trovarlo in perfette condizioni all’apertura della prossima stagione. Il cane invece ha bisogno di non essere mai dimenticato, mai trascurato dal suo padrone; ha bisogno di continue cure, di buon nutrimento, di pulizia giornaliera e di passeggiare frequenti in campagna; libero dal guinzaglio e senza museruola per poter mangiare l’erba prediletta.

Non può essere conservato in buone condizioni sempre chiuso in un locale o relegato sopra un terrazzo od incatenato in un angolo del cortile e neppure lasciato libero di vagabondare da solo senza sorveglianza.

Il riposo prolungato diminuisce gradatamente la sua resistenza al lavoro, rende il piede vulnerabile, intorpidisce tutte le buone qualità venatorie ed affievolisce le preziose doti acquistate con l’addestramento.

Un nutrimento sano e variato, nella giusta misura, cioè sufficiente ma non eccessivo, acqua pura sempre a disposizione, una bruscata ogni giorno su tutto il corpo, una cuccia ripulita spesso dal polverino in cui si moltiplicano i parassiti, il giaciglio rinnovato spesso con paglia fresca ed asciutta, una dose di 56 g di camala, somministrata ogni qualvolta si osserva nelle defecazioni qualche traccia di tenie, qualche breve uscita all’aperto ogni giorno ed almeno due passeggiate in campagna per settimana. Un tale regime assicura il pieno benessere del cane.

Durante le passeggiare un breve esercizio di “terra”, “dietro”, “riporto”, “allungo” serve per conservare e perfezionare la primitiva educazione.

Nel mese che precede l’apertura della stagione venatoria sarà tanto utile qualche più lunga passeggiata di allenamento in piano ed in montagna con qualche esercizio d’incontro sulla selvaggina.

Così il cane si presenta all’apertura della stagione venatoria in ottime condizioni di salute, di allenamento e di educazione.

Il cacciatore appassionato che desidera godersi tutte le migliori soddisfazioni della caccia, senza rinunzie, servito sempre nel miglior modo dal suo cane da ferma, non trova affatto sacrificio in quelle cure continue prodigate al suo fedele ed affezionato compagno, anzi, trova in quelle occupazioni che hanno lo scopo di preparare nuove gioie venatorie future, una specie di nuovo diletto venatorio.

La passeggiata giornaliera obbligatoria non è affatto un sacrificio pel cacciatore affezionato al suo cane, anzi: è un beneficio perché si concreta in un motivo di utile ginnastica obbligata a tutto vantaggio della propria salute e di un allenamento conservatore delle energie che saranno poi tanto bene utilizzate all’apertura della prossima stagione di caccia.

Risparmiate il vostro cane dalle lunghe corse al seguito della bicicletta a considerevole velocità. È una causa frequentissima di morte precoce del cane per vizio di cuore.”

Delle oltre 400 pagine del libro di Delfino non tutte mi vedono concorde, anche se credo sia corretto precisare che un paragone con i fatti e le realtà dei suoi tempi, così come con le differenti situazioni [di Terreno, Ambientali e forse ancor più la concreta sproporzione di Selvaggina, oltre alle opposte caratteristiche dei Cani di allora rispetto a quelli di oggi], mi sembra del tutto improponibile, mentre per quel che riguarda “i principi di base” non ho nulla da obiettare.

Le necessità e le esigenze nell’Addestramento del Cane da Ferma forse sono davvero mutate per modi, metodi e forme ma tengo di nuovo a ribadire che “i principi”, quelli no, quelli rimangono sempre gli stessi.