Un anno fa pubblicavo questo articolo descrivendo il disastro ambientale nel Golfo del Messico. Oggi non ne parla più nessuno. Come mai?
Buona lettura.
Il “pensiero collettivo” che ci viene imposto sin dai primissimi anni di vita sociale costituisce purtroppo gran parte di quella che noi chiamiamo “Morale”.
Ogni non-cacciatore quando sente nominare le parole “Caccia”, “passione per la Caccia”, “amore per la Caccia”, le associa inconsciamente a “bracconaggio”, “bracconiere”, “male”.
Viceversa, pur essendo possibile che agli inizi dell’attività venatoria qualche Giovane abbia combinato dei “peccati” contro la Selvaggina, non esiste al mondo Cacciatore che non abbia dedicato e dedichi tutt’ora la propria disponibilità, la propria attenzione e le proprie cure alla Natura e all’Ambiente, ad esempio con la pulizia dei boschi, dei pascoli, dei sentieri e con l’alimentazione della Selvaggina stessa [d’inverno, con la neve, in occasione di alluvioni o in periodi di siccità], con il preciso scopo di essere vigile e consapevole degli equilibri esistenti tra presenza di animali ed ecosistema, tra qualità biologiche delle specie e malattie, ed altri interventi indirizzati a ristabilire i meccanismi naturali.
La Caccia di Selezione prodotta dall’uomo svolge sicuramente una funzione di controllo programmato sulla Selvaggina, permettendo così un rapporto equilibrato fra i sessi degli animali ed un loro corretto insediamento nel territorio.
Operando su queste basi è possibile verificare scientificamente il concreto ripopolamento di alcune specie, il raggiungimento di una miglior qualità fisiologica dei Selvatici e la diminuzione dei danni che alcuni di essi causano alle produzioni agricole, in particolar modo dove la Caccia è praticata correttamente da decine di anni.
Ecco spiegato uno dei tanti “perché” la Caccia è, anche nel terzo millennio, un’attività etica.
Per contro, da oltre un paio di mesi a questa parte, in una precisa zona dell’America del Nord, un’altrettanto precisa Multinazionale del Petrolio — l’Inglese “BP” — è riuscita a catalizzare l’attenzione del mondo intero, non tanto per l’invenzione di un prodotto “ ecologico o pulito” come si propagandava nelle ultime campagne elettorali, quanto per la vergognosa catastrofe ambientale generata dal cedimento di uno dei molteplici [purtroppo] pozzi di petrolio installati sul fondo incontaminato dell’Oceano [ad oltre 1.500 metri di profondità].
La conseguente fuoriuscita incontrollata di greggio [in alcuni giorni se ne dichiarano poche migliaia di barili, in altri le migliaia si moltiplicano a dismisura…], che nemmeno tutti i più grandi “cervelli” riescono a tamponare, ha procurato un grave discredito alla stessa immagine pubblica e politica del Presidente Americano, recatosi in visita ufficiale in ben due occasioni.
È facile immaginare l’incidenza sull’ecosistema della mortalità della popolazione marina [flora e fauna], oltre che della Selvaggina acquatica, giusto nel momento dedicato alla naturale e necessaria fase di Procreazione, mettendo a totale repentaglio l’Intero Ambiente Naturale Mondiale.
Malgrado ciò, tutto questo sembra rientrare nelle “normali catastrofi naturali” che ogni tanto accadono, totalmente fuori dal controllo dell’Uomo.
Sembra che queste “catastrofi naturali” non preoccupino nessuno e con il passare dei giorni non ne parlano più neanche i media [giornali, televisioni].
È molto più semplice, e tocca meno “interessi forti”, accusare e denigrare i Cacciatori [vedi le proposte di legge delle ultime settimane, presentate dal Ministro Brambilla] che a suon di fucilate inquinano con i potentissimi [?!] pallini di piombo [28-30 grammi per singola cartuccia, non migliaia di barili al giorno…] e abbattono l’uccellino indifeso, certo!!!
Non possono esserci dubbi che questa situazione “paradossale” sia dovuta alla presenza di un Gioco di Poteri dagli indicibili tornaconti economici [dove gli zeri presenti non sono nemmeno leggibili], per cui risulta più comodo “cavalcare l’onda” — termine che non è mai stato più adatto all’occasione — della retorica politica.