Fonte: Asiago Magazine n.10 – Dicembre 2011 [pagg. 56-57-58 della rivista]
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Figura eclettica quella di Oscar Pietro Pizzato, designer d’origini altopianesi molto noto come allevatore cinofilo e scrittore venatorio. L’ultima fatica, “Beccacce dell’Altopiano”, racconta di avventure di caccia vissute nei territori dell’Altopiano dei 7 Comuni e propone un’accurata riflessione sulla caccia come strumento di crescita personale. Ci avviciniamo al libro e al suo autore nelle parole di Alessandro Carli*. –Recentemente Oscar si è messo in contatto con me per dirmi che aveva intenzione di organizzare una presentazione dei suoi libri, i cui temi centrali erano, naturalmente, la caccia e i cani. Tuttavia la caccia fine a se stessa non era lo scopo di Oscar ma c’era molto di più. L’esperienza e la passione di una vita da sola sarebbero state alquanto sterili se non fossero supportate da un discorso più ampio, quasi filosofico e perfino spirituale, come quello della crescita personale, perché la caccia come attività non poteva essere scissa dall’uomo. Rimasi molto colpito da questa cosa, a cui non avevo mai pensato, e in men che non si dica una semplice presentazione si è trasformata in un convegno, il primo in assoluto che si terrà a Febbraio 2012 qui ad Asiago, sulla caccia antropologica, cioè una visione della caccia che vede la centralità dell’uomo, una caccia che riscopre le sue origini ed il suo più profondo ed autentico valore. Oscar mi disse che per questo convegno sarebbero intervenuti cacciatori e/o amanti della caccia, ma che desiderava anche l’intervento di professionisti della crescita personale ed ecco come io, Gianni Simonato ed altri che interverranno, entriamo in gioco. Nello specifico io mi occupo di dinamiche dei sistemi, un concetto apparentemente astratto che mira a spiegare il rapporto tra l’uomo e le dinamiche degli ambienti in cui opera. Noi pensiamo di controllare i sistemi, ma questo è impossibile ed è il motivo per cui nascono le crisi e non riusciamo ad esprimere il nostro potenziale. E i sistemi siamo noi, la nostra famiglia, la società, un’azienda, il mercato. Il mio lavoro sta proprio nel far conoscere queste leggi e far capire che vanno rispettate se vogliamo una vita ed un’attività lavorativa soddisfacenti. Dico questo per dire che la caccia è un’attività assolutamente sistemica.
Purtroppo c’è gente che avversa la caccia senza conoscerne il vero significato, un significato che sia i libri di Oscar sia il prossimo convegno cercano di portare a galla. Molti osannano alla natura come se fosse un quadretto bucolico dimenticando che la natura è sì vita… ma che anche la morte è parte integrante della natura.
Per decine di migliaia di anni la caccia non era solo un’attività umana, ma LA attività umana: poi sono venute l’agricoltura, l’artigianato e tutto il resto, ma la caccia era ciò che determinava la sopravvivenza non solo di individui, ma della specie. Non possiamo cancellare il fatto che la caccia sia iscritta nel nostro DNA. Ma non solo. Non dimentichiamo che l’uomo è al primo posto della catena alimentare e la catena alimentare riguarda ciò che avviene nella natura, non negli allevamenti. Se l’uomo smettesse di cacciare ci sarebbero straordinarie conseguenze nell’ecosistema.
Una delle leggi basilari dei sistemi è l’equilibrio, che è anche una legge fondamentale di natura. Smettere la caccia sarebbe sbagliato, ma l’eccesso è altrettanto sbagliato. La natura ed i suoi ritmi vanno rispettati. Ci vuole disciplina e rispetto per cacciare, e di queste due cose sono permeati i libri di Oscar. La sua passione per la caccia è sincera ed onesta, non è solo un modo per sfogare le proprie frustrazioni, ma un modo per entrare in simbiosi con la natura ed un’opportunità per mettersi costantemente alla prova. E questo è alla base della crescita personale. Nel suo libro Oscar spiega come il nonno e lo zio, appassionati cacciatori, abbiano trasmesso al nipote la passione della caccia, intesa soprattutto come disciplina. Vedete, in natura tutto contribuisce a qualcos’altro. Il contributo è lo scopo stesso della natura: animato o inanimato, pianta o animale, tutto dà il proprio contributo. L’uomo è la sola cosa che può scegliere di non farlo e quando questo succede agisce in modo antisistemico, provocando danni a se stesso ed ai sistemi, cioè all’ambiente in cui opera.
Cacciare solo per la propria soddisfazione e per allentare la tensione del quotidiano non è la motivazione giusta per cacciare e, anzi, svilisce la natura stessa della caccia. Oscar ha scelto un’altra strada, scrivendo questi libri.
Così come il nonno e lo zio gli hanno insegnato cosa sia cacciare, lui ha scelto questo mezzo per trasmettere ad altri la sua visione e la sua passione per la caccia, insinuando l’idea che dietro la caccia ci sia molto di più del prendere la mira e tirare un grilletto, ma un modo per dare un senso alla nostra vita e, soprattutto, capire cosa stiamo facendo della nostra vita. E per questo, ha tutto il mio rispetto.
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*Alessandro Carli è un formatore e un coach. Aiuta individui e aziende a migliorare le loro performance in qualsiasi area, personale o professionale. Il suo incontro con Pizzato risale a un anno e mezzo fa