XVII Trofeo Alectoris Barbara

Fonte: LA GAZZETTA della CINOFILIA VENATORIA – Marzo 2011

Ai primi dello scorso mese di dicembre é stata completata Ia serie di prove valide per l’assegnazione del XVII trofeo Alectoris Barbara per l’anno 2010; le giornate programmate andavano dall’1 al 4 dlcembre.
Tirate le somme, tra le qualifiche della prima parte della scorso febbraio 2010 e queste ultime, il trofeo é stato assegnato a Luca Carnevale, conduttore di Oppis Gihss, il cane vincitore

di Stefano Belloi

Il conduttore Luca Carnevale

Anche per il 2010 il Gruppo cinofilo nuorese, e il suo presidente Gonario Capelli, hanno organizzato le consuete giornate di prove, prima parte a febbraio e seconda a dicembre, legate al trofeo Alectoris Barbara; la manifestazione è divisa in due momenti distinti così da consentire ai cani di misurarsi con la pernice sarda in condizioni e situazioni diverse: le coppie nel mese di febbraio e le brigate a dicembre.

Ma torniamo alla seconda e ultima parte del XVII trofeo Alectoris Barbara: questa sessione di prove è stata caratterizzata dal buon tempo, salvo un forte temporale con grandine che, tuttavia, non ha influito sul normale svolgimento della manifestazione; tanta la selvaggina presente, numerosissimi gli incontri e molti i cani in classifica; nota del concorso: caccia su selvaggina naturale. I giudizi sono stati affidati agli esperti giudici Enci: Giuseppe Grasso e Giorgio Gaggero.

Superfluo soffermarsi a elogiare i terreni e i selvatici isolani, considerato che le qualità di entrambi sono ormai ben note a tutto il mondo della cinofilia; ciò che si può aggiungere come nota delle prove di dicembre 2010 è la quantità, davvero notevole, dei selvatici incontrati. Un numero molto elevato che ha reso le classifiche estremamente nutrite e ha fatto divertire tutti: cani, conduttori e giuria; brigate di pernici selvatiche, nate e cresciute sul posto, che fanno degli appuntamenti sardi i prototipi di prove che più di ogni altra si avvicinano alla caccia vera e propria alla nobile stanziale.

Come si è detto più sopra, buono il tempo nelle prime tre giornate, piuttosto ventilato il sabato; le condizioni meteo dell’ultimo giorno hanno dato ancora più filo da torcere ai cani, considerato che le pernici hanno cercato riparo nei luoghi più coperti.

Quali sono i punti di forza delle prove sarde? L’incontro per il cane dotato é pressoché sicuro in ogni turno e poi vi è la consapevolezza dell’aleatorietà del punto, considerato che si ha a che fare con un selvatico vero, che nulla lascia al caso nel suo comportamento. È stato detto, e si continuerà a farlo: un cane che ben si comporta in queste prove é sicuramente un soggetto dotato di potenza olfattiva, equilibrio e qualità naturali del cane da caccia, capace di ben fare anche in ogni altro luogo; di sicuro, in questi terreni e con le pernici nostrane, non ci si può improvvisare!

Sullo sfondo, il Comune di Gonnostramatza; scolpita sulla pietra, la bandiera del Comune e accanto zio Gonario e zio Francesco, rispettivamente organizzatore e accompagnatore e coordinatore degli accompagnatori del trofeo Alectoris

A questo quadro di qualità si somma la consueta capacità organizzativa di tutti i gruppi cinofili isolani, e per essi di coloro che in prima persona si occupano di garantire lo svolgimento degli appuntamenti annuali della cinofilia isolana; deve essere menzionato, altresì, l’imprescindibile contributo degli accompagnatori, tutti capeggiati dall’esperto Francesco Abis; parliamo di giovani che conoscono molto bene i terreni, le abitudini dei selvatici e sicuramente ragazzi capaci di individuare luoghi di sosta e di rimessa delle pernici, così che ogni cane sia posto in condizioni di incontrare. Ultimo, ma non per importanza, si deve elogiare la cantina di Francesco Abis e i pranzi che lì si consumano, a ulteriore conferma del clima amichevole e cordiale che accompagna ogni appuntamento sardo. In queste prove dicembrine i partecipanti sono stati numericamente inferiori rispetto allo scorso anno, e ciò probabilmente per l’accavallarsi di altri appuntamenti ugualmente importanti. Sicuramente, i terreni e il numero dei selvatici lì presenti consentirebbero di accogliere un numero molto più elevato di cani. Le parole di elogio per incentivare tutti a cimentarsi con il selvatico sardo sono state già spese, e si diventerebbe ripetitivi nel continuare a insistere su questo aspetto; tuttavia, ad avviso di chi scrive, qualcosa ancora si può fare per consentire a più conduttori di presentare i propri cani nell’isola, così da dare respiro più ampio agli appuntamenti con la pernice sarda e, al tempo stesso, offrire alla selezione cinofila una visuale migliore e più completa. Per esempio, un primo interrogativo: a livello istituzionale, si è mai pensato a una convenzione con le aziende di trasporto marittimo per ridurre i costi delle traversate e creare una sorta di continuità territoriale con la Sardegna?

Anche i costi della traversata non sono da sottovalutare! Dopo questa breve parentesi, torniamo all’argomento principale: al termine del pranzo di sabato c’e stata la premiazione e il XVII trofeo Alectoris Barbara è stato assegnato a Luca Carnevale, stavolta vincitore con il setter inglese Oppis Gihss, di proprietà dl Stalatile; in chiusura i discorsi della giuria, come sempre elogiativi del contesto terreni-selvatici-organizzazione, ma soprattutto impressionati dai numeri di pernici incontrate nelle quattro giornate. Ha fatto seguito l’intervento di Francesco Abis, il quale ha ulteriormente ringraziato Gonario Capelli e tutti gli altri appassionati che con tanti sacrifici, ma anche con estrema dedizione, continuano a organizzare le prove di lavoro; il ringraziamento é stato esteso anche a tutti i Comuni del circondario dove si svolgono le prove di lavoro.

Un arrivederci al prossimo appuntamento della nuova edizione del trofeo, fine febbraio, quando le pernici inizieranno a formare le coppie.

Intervista a Luca Carnevale

La premiazione: Gonario Capelli consegna il trofeo, riproduzione del bronzo nuragico, a Luca Carnevale; accanto, la giuria: Gaggero e Grasso e l'insostituibile Francesco Abis

Quando e com’é iniziata la tua avventura con le prove in Sardegna?
Le prove sarde le ho conosciute grazie a Giovanni Dedola, nell’ormai lontano 2001; lo incontrai e mi convinse a recarmi a Gonnoscodina. Da allora, sono andato avanti e ho partecipato costantemente ogni anno.

Sei un abitudinario delle prove di lavoro sarde; cosa ti spinge a continuare a venire in Sardegna?
Semplice: quando vai in Sardegna una volta, ci ritorni! Lo fai perché ti rendi conto della qualità dei selvatici e dei terreni; l’esperienza sulle pernici sarde rafforza il cane e lo completa da un punto di vista venatorio. Se un cane si comporta bene nei terreni e con le pernici sarde, è certo che farà bene anche in tutto il resto d’Europa; questo perché le prove di lavoro sarde sono estremamente selettive e impegnative, e consentono ai cani forti e dotati di emergere.

Hai vinto il trofeo con Noè, quest’anno con Oppis Gihss; cosa accomuna e cosa differenzia i due cani?
Noè è un gran “operaio”, io lo definisco una “macchina da punti”; avrà un centinaio di risultati sul libretto, una quarantina di Cac e otto Cacit, in pratica ha vinto tutto. Oppis Ghiss è un cane di classe, quando fa una cosa la fa molto bene; ora ha preso confidenza con le pernici e le ha nel naso. Noè ha visto le pernici fin da cucciolo, Oppis Ghiss ugualmente giovanissimo e adesso pure lui ha preso la mano con questo selvatico.

A tuo avviso, qual è la qualità più importante in un cane per poter affrontare proficuamente le prove su pernici sarde?
Sono tre le qualità: incontrista, buon fermatore e deve saper soffrire; incontrista perché un cane, che in generale incontra poco, in Sardegna non incontra per niente, buon fermatore perché quelle sarde sono selvatici veri e il cane deve fare sul serio e infine deve saper soffrire perché i terreni sono duri e impegnativi, e un cane che non sa soffrire arriverà sempre secondo.

Un pensiero libero…
Mi piacerebbe che l’Enci e la Sis [di cui sono rappresentante regionale per la Liguria] tenessero un pò più in considerazione queste prove; secondo me, per ciò che offrono qualitativamente e quantitativamente, le prove sarde meritano maggiore rilevanza a tutti i livelli, insomma andrebbero coltivate un pò di più. La Sardegna è uno dei pochi posti in Italia dove si trova ancora la selvaggina autoctona e allo stato puramente selvatico; credo che queste prove debbano diventare una tappa quasi obbligatoria per i cani veramente doc.
Infine, ringrazio tutte le persone che si adoperano per organizzare e permettere questo momento di altissima cinofilia.

Foto di gruppo a chiusura della manifestazione. Al centro Oppis Gihss