UNA GIORNATA CON… GIORGIO BRACCIANI

Giorgio Bracciani è nato a Milano il 5 settembre 1932. Abita sulle colline di Pecetto Torinese.

Verso la fine dello scorso Febbraio mi sono incontrato con l’Amico Romano, che fra le mille chiacchierate mi fa: ”Il prossimo fine settimana sarò a Jesi da un Notaio per costituire l’Associazione Culturale Italiana per la Tutela delle Tradizioni Venatorie e per il Collezionismo, quella di cui ti ho già parlato. Fra gli altri ci sarà anche quel matto di Giorgio Bracciani, lo scrittore torinese di Libri sulla Beccaccia. È un mio amico… un giorno te lo farò conoscere di persona.

Poi se non ci saranno problemi particolari dal Notaio e se rientreremo presto da Jesi, vorrei visitare l’Hunting Show di Vicenza, casomai ti avvertirò per tempo”.

Proprio quell’atteso Venerdì, per altri motivi, ho sentito il mio Nuovo Amico Antonio Goggi, un altro dei Fondatori dell’Associazione [anch'egli presentatomi da Romano], e avendo ricevuto conferma direttamente da lui che erano finite le pratiche dal notaio, gli ho chiesto: “Allora, ci sarai anche tu domani alla Fiera di Vicenza?”

No, io neanche ci penso e credo che anche gli altri rinuncino, viste tutte le problematiche che abbiamo incontrato per Istituire l’Associazione…

Perciò, sentendo come stavano le cose, ho pensato di organizzarmi diversamente per il week-end.

Il mattino seguente di sabato 5 marzo 2011, mi arriva una telefonata e vedo apparire sul display il numero di Romano. Tutto mi aspettavo, tranne ricevere una sua chiamata.

“Ciao Oscar, dove sei in questo momento?”

Dove Vuoi che sia, sto Allenando i Cani Adulti e Correggendo qualche Giovane Esemplare in un bellissimo Campo di Addestramento a Feltre, perché?

“Perché noi siamo a Vicenza, in Fiera” ha aggiunto tra le risa “Tu non ci vieni?”

Ma come, Antonio mi aveva detto che non sareste venuti …

“Sì sì, è vero, però ieri sera sul tardi mi ha telefonato quel pazzo di Giorgio ed eccomi qua. Che fai allora, vieni anche tu?”

Dammi il tempo di rientrare a casa, sistemare i Cani e farmi una doccia, e poi vi raggiungo, magari prima di arrivare ti telefono.

“Ok, allora ti aspettiamo mi raccomando, chiedi anche a Mirko se può raggiungerci, ci terrei molto.”

Intorno a mezzogiorno sono partito in direzione di Vicenza e lungo il tragitto, come d’accordo, mi sono messo in contatto con Romano che subito non mi ha risposto, ma dopo un pò mi ha richiamato dicendo: “Oscar, è accaduto un imprevisto, l’Ing. Carlo Zangheri si è sentito male mentre stavamo parlando con Bruno Modugno ed ora siamo al Pronto Soccorso.”

Mi spiace molto, spero che sia tutto risolvibile… in ogni caso ti raggiungo all’Ospedale. Ciao, a dopo.”

Qualche minuto più tardi stavo già camminando nel lungo corridoio del Pronto Soccorso, quando in lontananza vedo aprirsi una porta scorrevole e riesco a notare l’inconfondibile sagoma di Romano.

Mi accorgo subito che la situazione poteva essere molto spiacevole, ma certo niente di grave. Raggiungo il mitico Romano e gli chiedo rivolgendogli lo sguardo: “Come va?”

Ciao Oscar, sono qui da un po’ col mio amico Ingegnere, ma nessuno ci dà retta. Gli hanno inserito la flebo però poi non l’hanno più guardato … sai, qui il lavoro non gli manca di certo. In ogni caso ti presento l’Ingegnere …

Ing. Zangheri: “Oscar, posso darti del Tu? Ci eravamo già sentiti prima d’ora al telefono, per cui mi spiace doverti conoscere in queste condizioni, purtroppo sono cose che accadono…”

Oscar: Non si preoccupi Ingegnere, l’importante è che Lei si senta meglio.

Ing. Zangheri: “Sì certo, ho recuperato e mi sento anche abbastanza in forze.”

Romano: “L’Ingegner Zangheri si conosce molto bene e dice di sentirsi bene, però qui nessuno lo ascolta, vediamo un pò…”

Oscar: “Aspettate, proviamo a sentire un’infermiere per poter parlare direttamente con un Medico.”

Ho fatto cenno all’infermiere più vicino a noi, che fortunatamente è subito arrivato dicendo: “Cos’é successo? Io ho appena iniziato il mio turno…”

Così Romano gli ha spiegato l’accaduto e l’infermiere molto cortesemente ha replicato: “Lasciatemi parlare con un Medico e poi vi faccio sapere”. Poi, dopo pochi minuti, si è avvicinato per parlare direttamente con l’Ingegnere e per fargli alcune semplici domande di rito: “Ora le tolgo la flebo, poi la faccio alzare e se si sente bene, sempre che non voglia parlare con uno dei Medici, se ne può anche andare tranquillamente”.

In silenzio abbiamo assistito alla scena, tra qualche battuta e qualche sorriso di circostanza, fino a che l’Ingegner Zangheri, duro come l’acciaio, ha esclamato: “Mi sento come nuovo, problemi zero!!! Mi faccia firmare e ci salutiamo senza rancori”, ponendo finalmente termine all’inconveniente.

Poco dopo eravamo tutti al bancone del Bar per rinfrancarci con un bel panino caldo, un po’ d’acqua ed un buon caffè, chiaramente continuando a chiedere al Ferreo Ingegnere come si sentisse: “State tranquilli, ho più fame di Voi, mi hanno messo in corpo solo liquidi, mica bistecche.”

Una volta ristabilita la situazione, siamo andati verso il mio furgone per ritornare alla Fiera di Vicenza, dove Romano è sceso davanti all’ingresso e ci ha detto: “Voi aspettatemi qui, io vado a recuperare la mia borsa che ho lasciato allo Stand di Modugno e nel frattempo contatto quello scanzonato di Giorgio, poi vi raggiungo  qui assieme con lui”.

Trascorsa una mezz’ora, nel corso della quale ho avuto il piacere di conoscere un po’ meglio l’Ing. Zangheri, vedo arrivare da lontano l’Amico Romano e accanto a lui, la sagoma di un piccolo uomo, ben imbellettato in tenuta perfettamente invernale, che sinceramente faticavo ad inquadrare, se non altro perché da quello che mi aspettavo avendo letto qualcosa su di lui, mi sembrava tutta un’altra persona.

“Forse ho capito male io, non credo si tratti di Giorgio Braccianimi sono detto.

Mentre pensavo queste cose, i due signori ci sono arrivati vicino  e dopo essersi accertati ancora una volta delle condizioni dell’Ingegnere, rivolgendosi a Bracciani l’impareggiabile Romano ha esclamato con il suo solito sorriso intelligente: “Giorgio, ti presento Oscar Pizzato, il mio Amico di cui ti ho parlato, quello che ha scritto il Manuale Cino/Venatorio IL SETTERMAN E L’ARTE SULLA BECCACCIA”.

Da lì è cominciato un divertentissimo batti e ribatti e lo stesso Giorgio mi ha detto: “Vedi Oscar, tu sarai anche un Ottimo Cacciatore come mi raccontano e probabilmente anche un Bravo Scrittore, ma definendoti SETTERMAN sicuramente non hai ancora capito la cosa più importante per chi Pratica la Caccia col Cane da Ferma, cioè che oltre al Pointer tutto è inutile, come diceva qualcuno di importante prima di me! Ti prego, dammi del Tu, altrimenti mi offendo.”

“Anzitutto sono onorato di conoscerti,” ho risposto “poi per quanto riguarda le preferenze personali rispetto sempre le idee degli altri, ma permettimi in tutta onestà di dirti la mia: non sono assolutamente d’accordo con te. Comunque anch’io posseggo da poco un Esemplare di Pointer Inglese, Maschio, dal mantello Bianco-Nero, Giovanissimo e con una Grande Dote assolutamente Naturale, che ho avuto modo di verificare in più occasioni, ossia la grande capacità di Incontrista.”

Visto che sei col furgone, l’hai qui con te ora?

“Sì, in questi giorni sto Allenando un bel Gruppo di Giovani oltre ad un paio dei miei Ausiliari Personali, per cui quando riesco a ritagliarmi qualche ora libera tra gli impegni di lavoro, mi cambio ed esco dove posso, portando con me anche Jhonny.”

Me lo faresti vedere qui, almeno per osservarne la morfologia? Per il resto eventualmente ci potremmo incontrare da qualche altra parte, so che tu ami la Sicilia… ti spiacerebbe portarmi con te una volta?”

“Devo chiedere giustamente il permesso a chi mi di solito ospita, ma da parte mia non ho proprio alcun problema, anzi…”

Nel frattempo io ti regalo Due dei miei Libri, scritti specificatamente sulla Beccaccia e vi aggiungo anche una dedica.

“Ok, ti ringrazio, prendo Jhonny e poi ti darò anch’io il mio Libro IL SETTERMAN E L’ARTE DELLA BECCACCIA. Anche Romano l’ha già letto, non so se te ne ha parlato…”

Dopo aver visto il “mio” Giovane Pointer, Giorgio non ha avuto che dire: “Non è mica male questo Jhonny, avrei molto piacere di poterlo vedere all’opera. Non so se chiedo troppo, ma … ti andrebbe di venirmi a trovare in Piemonte, che ne so, questo fine settimana o anche a metà della prossima? Ho un Grande Amico che potrebbe portarci a Coturnici, quelle vere. Ci stai?”

Non c’é alcun problema, quando si tratta di Montagne e di Coturnici un pò di tempo libero lo trovo sempre, mi organizzo con il lavoro in modo da capitare dalle tue parti, tu fammi sapere dove e quando di preciso.

La chiacchierata è proseguita con lo scambio dei Nostri Libri, poi, dovendo loro percorrere un bel po’ di strada per tornare a casa, ci siamo salutati in attesa di risentirci per l’incontro programmato.

Lunedì 28 febbraio 2011, lo stesso Giorgio Bracciani mi contatta dicendomi: “Saresti disponibile per giovedì prossimo?”

Se me lo confermi già da ora, come ti ho detto, cerco di organizzarmi col lavoro che dovrei svolgere in Piemonte, così recupero capra e cavoli senza spendere energie e tempo inutilmente e poi ti raggiungo.

“Il mio Amico mi ha dato la disponibilità per giovedì, per cui ti aspetto …”

Ok, ci vediamo Giovedì mattina allora, ciao.

Purtroppo gli Eventi Meteo di quelle settimane avevano generato più di un problema in tutto il Nord Italia [e non solamente al Nord] ed in Piemonte in particolar modo aveva addirittura nevicato, di conseguenza già mercoledì 2 marzo 2011, vedendo comparire sul telefono la chiamata di Giorgio, ho compreso che l’evento sarebbe andato… “a monte” [scusate il gioco di parole] anche se l’imperterrito Giorgio ha aggiunto: “Beh, poco male, prima di fine mese potrei raggiungerti in Sicilia, sempre che tu  sia da quelle parti chiaramente. Che ne dici?”

Ti farò sapere come mi organizzerò in merito e poi deciderai tu stesso cosa fare, intanto ti auguro una buona giornata.

Sabato mattina, dopo aver Allenato i miei cani nella magnifica Palestra Cinofila che è rappresentata dal Monte Miesna, sopra Feltre [BL], mentre mi accingevo a rientrare a casa mi contatta il Bergamasco D.O.C. “Gimmy” e nel suo colorito modo di esprimersi mi racconta degli eventi trascorsi in giornata nel favoloso Campo di Addestramento di Vertova [BG]: “Perché non vieni anche tu domani? Ti ho già preparato il Tesserino Stagionale come eravamo d’accordo…”.

In quello stesso momento mi è venuta l’idea di cogliere l’occasione ed invitare anche Giorgio a raggiungermi sul posto: “Va bene, ci vediamo già in serata così anche i miei Cani avranno il tempo di riposare un pò e poi domattina …”

“ Ci vediamo dopo allora”.

Terminata la comunicazione col buon Gimmy, ho telefonato immediatamente a Giorgio: “Ciao Giorgio, scusami per il poco tempo che ti lascio per decidere ma, sempre se sei interessato, domani mattina potrei invitarti in un Campo di Addestramento di Montagna, bellissimo, una Palestra Cinofila che merita per davvero. Sono sicuro che ti lascerà a bocca aperta.”

Dove hai detto che si trova?

“ Ti aspetto all’uscita di Bergamo, tu decidi per l’orario, al resto penso io.”

Bene, vista la strada che devo fare, diciamo che possiamo incontrarci per le 08:30 circa, ti può andar bene?

Affare fatto.”

Scusami, ci sono problemi se porto anche il mio Pointer?

Ci mancherebbe, fai come meglio credi. Ciao, a domani.”

Dopo aver pranzato ed essermi preparato qualche vestito di ricambio, ho sistemato un Gruppetto dei miei “OPPIS – qualche Giovane ed un paio di Esperti – oltre ovviamente al Pointer Jhonny, e sono partito per Vertova.

Alle 17:00 circa ero già sul posto che facevo correre i miei Ausiliari per i loro bisogni fisiologici. Più tardi, mi sono incontrato con Luciano Maffeis, il mio recente compagno di viaggio bergamasco in Sicilia, e mentre facevamo i Nostri discorsi ci ha raggiunti pure Gimmy, tutto bello “tirato” [ben diversamente della sua “tenuta” lavorativa], tanto che sono stato costretto a chiedergli: “Ma dove vai così tirato? Tua moglie ti ha già visto oppure non ne sa nulla?”.

“Calma Ragazzo,” mi ha risposto subito Gimmy “io sono una persona seria e stasera ho una cena di lavoro a Milano, per cui … ma domattina alle 05:30 ti aspetto al mio capannone. Va bene?”

E rivolgendosi poi a Luciano: “Tu non vieni con Noi?”

“No, ho già prenotato per andare a sciare,” ha risposto  Luciano “mi spiace davvero, ma sarà per un’altra volta”.

Il mattino seguente alle 05:15 ero già sul posto prestabilito e mentre aspettavo Gimmy ne ho approfittato per liberare il Gruppo di Esemplari che di sicuro non avrei impiegato, almeno in mattinata, oltre a Jhonny che avrebbe dovuto “attendere” l’arrivo di Giorgio.

Il grande Gimmy è arrivato poco dopo le 05:30: “Da quanto sei qui?”

Non molto, ho fatto scendere i Cani che userò più tardi ed eccomi, sono pronto.

Siamo saliti a bordo della sua insostituibile Panda 4×4 color Verde Militare con OPPIS RAHSS ed OPPIS NECHK, i prescelti per la giornata, giusto per fare compagnia a OPPIS FLICK e BENGY [gli Ausiliari di Gimmy], e poi via, verso le Cime sopra Vertova.

Trascorsa una decina di minuti di salita lungo i ripidi tornanti di montagna, siamo arrivati alla solita Malga e dopo aver parcheggiato l’auto ci siamo diretti sulle Crode [le Croste Rocciose a “Picco”, così definite dalle mie parti, soprattutto a Belluno] poste di fronte a noi.

Fin da quando ci siamo incontrati, nonostante la buon’ora, Gimmy non ha mai smesso di farmi domande su “Cani, Beccacce e Coturnici” alle quali sinceramente rispondo volentieri ogni volta, vista la piacevole ed infinita curiosità del mio Buon Amico Bergamasco.

Durante il nostro chiacchierare, siamo saliti e scesi dappertutto, tra valli e valli, mentre i Nostri Ausiliari svolgevano alla perfezione i loro compiti, per i quali sono stati adeguatamente preparati, sopra tutti l’Inarrivabile Fuoriclasse OPPIS RAHSS, un Esemplare di tale levatura che io stesso faccio fatica a ricordarne di simili, miei di altri,  nonostante i  quasi 40 anni di Operato Cinofilo/Venatorio in Montagna.

Seguendo le mie preferenze personali, gli ho posto al collo solamente il “Campano” [il più piccolo della mia nutrita collezione che come sempre porto con me insieme al mio inseparabile Zaino Monospalla] e Gimmy mi fa: “Il Presidente dei Cacciatori della zona mi dice che senza il Beeper non si può cacciare, tu cosa ne pensi?”

“Ascolta,” gli ho risposto tendendo l’orecchio “sai dirmi dov’è il tuo BENGY?… lo senti?… ti ripeto, ora lo senti?”

E lui: “Aspetta che clicco sul telecomando del Beeper… caspita, non lo sento, non sento alcun suono.”

“Bene,” gli ho fatto notare “ e OPPIS RAHSS invece, lo senti?”

“Oh sì certo, è sopra di noi, molto lontano per i miei gusti, anzi direi troppo lontano, ma si sente che è su quelle rocce là sopra.”

“Vedi,” gli ho detto “la risposta te la sei data da solo, perché a parte le mie preferenze personali, nulla oltre al Campano riesce veramente a farti capire cosa sta combinando il tuo Cane in ogni momento e dovunque si trovi, lontano dalla tua visuale. Certamente nell’azione di “Ferma” il Beeper è unico, un accessorio che reputo un vero e proprio “distruttore”, soprattutto di Beccacce, ed io che l’ho adottato ancora nel lontano ‘75 non ne posso più fare a meno con i miei Setter Inglesi di oggi, ma il contemporaneo utilizzo del Campano è un’altra cosa. Ti dice di tutto e di più sullo svolgersi dell’Azione del Tuo Ausiliare o dei Tuoi Ausiliari se sono più d’uno… una sinfonia per chi Caccia, sentilo…”.

In quegli istanti ho fatto nuovamente notare al mio Amicone che il Suono Ritmico del Campano portato da OPPIS RAHSS stava diminuendo di molto “il ritmo e l’intensità dei Battiti”, per cui, nella crosta che saliva sul nostro fianco sinistro, lo stesso OPPIS RAHSS non poteva che essere in fase di Guidata, di Gattonata Felina oppure stava Filando, e in quel momento ho aggiunto: “Io mi sposto verso il mio Ausiliare, eventualmente ti segnalo se seguirmi o meno. Appena rientra OPPIS NECHK, tienimelo d’occhio ti prego.”

Gimmy: “Sì, però fai attenzione a non oltrepassare quello Spigolo di Monte perché si tratta del Limite del Campo di Addestramento, mi raccomando.”

“Non preoccuparti, appena lo vedo, lo lego e ritorno da questa parte.”

Salito di circa 200 metri, ho notato il mio Fido Esemplare che stava compiendo movimenti ritmici a rallentatore, come un Serpente che si sposta zigzagando in modo “elastico” fra i rari noccioli lì presenti e, avvicinandomi attentamente in silenzio, sono riuscito altresì a vedere una trentina di metri davanti a Lui almeno “Cinque” Pernici Rosse che tentavano di sottrarsi alla Sua pressione, sgattaiolando furbissime verso “la luce libera” del Pascolo posto più in alto, senz’altro per “levarsi e partire” appena possibile.

Infatti, appena sono riuscite a raggiungere tale “Apertura”, ho osservato le Pernici “schiacciarsi” tutte contemporaneamente a terra, quasi a rendersi “invisibili” tra le foglie e l’erba secca, tanto che se non le avessi seguite passo-passo con lo sguardo non sarei riuscito a distinguerle, e dopo una manciata di secondi le ho viste spiccare il volo lanciandosi a capofitto verso il Fondo Valle sulla mia sinistra. Uno spettacolo.

Poi ho richiamato e quindi “legato” lo Splendido Rappresentante del mio Allevamento [forse il migliore di sempre per la “Completezza delle qualità di Razza” e per l’Arte Cino/Venatoria acquisita] e subito dopo ho raggiunto Gimmy che era posizionato ai limiti del Crostone di roccia dove nel frattempo aveva provveduto a “legare” sia i Suoi Due Ausiliari che il mio Giovanissimo OPPIS NECHK.

Vedendomi arrivare, comprensibilmente mi ha chiesto già in lontananza cosa fosse accaduto: “Però!!! Il tuo Cucciolotto sarà ancora in fase di crescita ma vista la Giovanissima età, per quanto ho potuto osservare finora dopo più di Due Ore di Cammino, gira come un ossesso a velocità costante, sia scendendo che salendo su questi difficili terreni, il che è tutto dire. Non so se poi Ferma o meno, ma se il buongiorno si vede dal mattino sicuramente questo è un bel vedere, anzi un bellissimo vedere. Ti faccio i miei complimenti.”

Sapevo che mi avresti detto qualcosa, l’ho portato apposta finché siamo solo Noi Due e con orgoglio aggiungo che più in là nel tempo avremo di sicuro ancora modo di parlarne, stanne certo. Comunque ti ringrazio, io Lavoro Tutti i Giorni con i miei Setter Inglesi anche per questi motivi, per avere queste soddisfazioni. Grazie ancora.


Guardando l’orologio mi sono reso conto che erano già passate le 08:00, perciò ho deciso di telefonare all’Attesissimo Ospite del giorno, l’impareggiabile Giorgio Bracciani, che dopo un paio di squilli mi ha risposto: “Ciao Oscar, di strada ne ho fatta già un bel po’, sono arrivato vicino alla Candy, dopo Milano, e tra breve sarò all’uscita di Bergamo. Tu invece dove ti trovi?”

Ciao Grand’Uomo, io sono in Alta Quota in piacevole compagnia del mio Amico Gimmy e di alcuni Nostri Ausiliari, quindi per essere puntuali direi che sarebbe opportuno che appena uscito dall’autostrada prendessi sulla destra dopo il sottopassaggio, seguendo l’indicazione Val Seriana oppure Passo della Presolana. Poi devi proseguire per una buona mezz’ora salendo e quando incontri l’indicazione di Vertova giri attorno alla rotatoria verso sinistra, arrivando alla Stazione dei Bus che è lì a poche centinaia di metri. Io cercherò di raggiungerti subito, altrimenti il primo che arriva aspetta l’altro.

“Ok, ripetimi il nome del paese che accendo il navigatore e ci vediamo là.”

Vertova, il paese è Vertova. A dopo.

Verso le 09:30 siamo riusciti ad arrivare alla Stazione degli Autobus e cercando tra le numerose auto parcheggiate ho notato l’auto di Giorgio. Sono sceso dalla Panda e mi sono avvicinato. L’ho visto concentrato che stava leggendo qualcosa, ho bussato piano sul cristallo della portiera per richiamare la sua attenzione e appena è sceso dall’auto l’ho salutato cordialmente, presentandogli anche Gimmy.

Siamo andati assieme a bere un caffè al Bar della Stazione e fra qualche convenevole gli ho esposto il “mio” programma: “Ora torniamo al mio furgone, sostituiamo i Cani che abbiamo appena liberato lassù in Alto e ci prendiamo Jhonny, poi ripartiamo verso il parcheggio all’interno della valle. Ti può andar bene?”

Giorgio: “Tu sei l’organizzatore, perciò ti ascolto e mi adeguo. Ricordati però che mi sono portato il mio Pointer più Giovane, spero non ci sono problemi per utilizzarlo.”

Gimmy: “Ci mancherebbe, lo liberi pure, l’importante è che sia corretto ed ubbidiente.”

Giorgio: “È un Gioiellino, vedrete anche Voi.”

Detto-fatto, dopo essere arrivati al piccolo parcheggio citato, Giorgio si è infilato gli Scarponi e richiudendo l’auto ci siamo incamminati tutti e Tre con i Nostri Cani al guinzaglio, raggiungendo fra mille discussioni il sentiero che ci avrebbe permesso di giungere a quei luoghi bellissimi, da cartolina.

Salendo ho da subito invitato Giorgio a prendersela comoda, per non sentirsi obbligato nei confronti di qualcuno, perché l’obiettivo comune che ci eravamo fissati fin dall’inizio era di trascorrere qualche ora in compagnia, fra Amici e Appassionati di Montagna. Montagna Vera e nulla più.

Prima di slegare l’irrefrenabile Jhonny, mi sono tolto il mio Monospalla dal quale ho preso uno dei miei Campani più vecchi e gliel’ho infilo al collo, in modo da poter sempre avere un’idea della Sua posizione, non tanto per me, quanto per Giorgio che voleva verificare quello che gli avevo raccontato in merito.

Sin dall’inizio il mio Giovanissimo Pointer, come avevo previsto, ha iniziato a perlustrare tutti gli angoli di terreno, senza indugio alcuno e senza alcun intervento da parte mia, assolutamente “Collegato”, tanto che il buon Gimmy che qualche settimana prima per una quindicina di giorni l’aveva tenuto con sé per Allenarlo,  appena Giorgio si è allontanato un  po’ mi fa: “ …zzo, cosa gli hai fatto a quel cane?… questo non è il Jhonny che conosco io, quello che mi faceva dannare sempre e dovunque. Sono trascorsi appena cinque o sei giorni da quando te l’ho ritornato e sembra un orologio, un altro Cane. Ma come fai a renderli sempre così perfetti i Tuoi Ausiliari? Io non riesco proprio a capire!  Eppure so che il Collare Elettrico non lo usi per principio, lo so bene… allora come fai ad ottenere questi risultati?… non riesco proprio a spiegarmelo…”

Sai Gimmy, io alle 05:00 di tutte le mattine in questo periodo, e più avanti anche molto prima, che nevichi, che piova o che sia bel tempo sono al lavoro con i miei Cani, esclusivamente su Selvatici Naturali, per cui credo, grazie alla mia ultra-decennale Esperienza, di essere in grado di acquisire la loro fiducia, il loro rispetto e la loro complicità senza tanta tecnologia. Poi, il riuscire a farli divertire molto spesso, anche se non sempre, volutamente su Selvaggina di Qualità, completa l’Opera. Questi sono esattamente, né più né meno, i miei Segreti Professionali. Posso raccontarti a tal proposito, una costante che mi caratterizza da tutta la vita, ossia quando mi succede di accompagnare qualche mio Cliente a Caccia, in Italia oppure all’Estero non fa differenza, sin prima di partire lo avverto che sarebbe meglio che lui stesso si allontani per primo dal mio furgone, poiché in seguito a ripetuti eventi già avvenuti in presenza di più persone nel corso degli anni, anche i loro Cani – che assolutamente mai mi hanno incontrato o conosciuto – per oltre il 90% dei casi finiscono per venire dietro a me, in Caccia intendo. Di ciò ne vado molto orgoglioso e se vuoi posso anche darti il mio parere: io credo che i Cani percepiscano tutto in maniera intuitiva, per dote innata. Questo è quanto.

Dopo aver esposto a Gimmy il mio pensiero, mi sono rivolto a Giorgio chiedendogli nuovamente se ritenesse opportuno proseguire o meno la dura salita che stavamo cominciando, e Lui, altrettanto “duro” mi ha risposto: “Non c’è un pezzo di Terreno Piano da queste parti?”

Gimmy: “Credo che nel Territorio di Vertova i miei concittadini nemmeno sappiano cosa significhi il termine “piano”, poiché la Pianura da Noi non esiste proprio. In ogni caso appena saremo giunti sulla cima, all’estrema destra del Pascolo che stiamo attraversando, avremo modo di scegliere se salire ancora, a sinistra verso la vetta, o se camminare lungo il sentiero a saliscendi che percorre la Montagna sul versante di Nord-Est. A Lei la scelta.”

Come suo solito, il buon Giorgio ha ribattuto prontamente: “Ti ho già chiesto di darmi del Tu per favore e poi direi che sarà sicuramente meglio optare per il Tragitto Traversale, sempre che voi due non abbiate nulla in contrario.”

A partire da quel momento, come dimostrano i filmati qui sotto, si sono susseguite una serie di lunghe e divertenti chiacchierate, che ci hanno fatto trascorrere una piacevole giornata in compagnia [grazie anche al bel sole e al clima favorevole che abbiamo trovato nonostante fossimo al termine della Stagione Invernale], visitando luoghi a dir poco fantastici per chi Ama la Montagna, quella Vera, “Difficile, Rocciosa e a tratti anche Molto Pericolosa”.

Camminando si poteva osservare il variopinto corredo di fiori e boccioli coloratissimi ovunque, sulle rocce e fra l’erba secca, oltreché nel diradato sottobosco, le acrobatiche picchiate e le zigzaganti risalite dei primissimi Rondoni di Stagione e le numerosissime Farfalle, una in particolare di colore Giallo che ha seguito passo-passo me e Giorgio per più di un’ora, sino all’arrivo al Fondo Valle sottostante.

Sono anche riuscito inaspettatamente a catturare “a mani nude”, ai piedi di una splendida parete rocciosa dove sorge l’acqua corrente che poi scorre rumorosamente verso il paese, un bellissimo Esemplare di Pernice Rossa, viva anche se parzialmente colpita da un famelico attacco distruttivo di un Rapace, “una Poiana, un Falco oppure un Corvo”…

Chiaramente poi l’abbiamo tenuta per poterla medicare, portandola “al sicuro” in una Voliera del posto, in parte di proprietà della Sezione Cacciatori di Vertova ed in altra parte del Presidente della stessa sezione, dove fortunatamente sarebbe stata tenuta in cattività a scopo di Allevamento e di Studio, insieme ad altri Pregiatissimi Abitanti dei Monti – delle Alpi soprattutto – come i maestosi Galli Cedroni, gli elegantissimi Galli Forcelli e le coriacee Coturnici: uno splendido “Zoo” di soli Volatili, Pregiati Volatili dal Sapore Montano.

Non è mancata infine, durante il tragitto percorso in compagnia, l’opportunità di contattare telefonicamente quel gentiluomo di Romano, più che altro per mettergli addosso un pò d’invidia e “bacchettarlo scherzosamente” come solo il simpaticissimo Giorgio sa fare, definendolo tra le risate un “buon Montanaro… di Campagna”.

A poche centinaia di metri dall’arrivo, abbiamo incontrato nuovamente il mitico Gimmy che in precedenza aveva dovuto lasciarci, e che molto gentilmente – con la cortesia ed il rispetto che solamente i Montanari sanno riservare agli ospiti – stava risalendo il sentiero dal lato opposto, appositamente per venire da noi.

Ne abbiamo approfittato per consegnargli l’Esemplare di Pernice Rossa da poco catturato, perché lui stesso di buon grado lo portasse alla già menzionata Voliera.

Al termine della giornata ci siamo salutati definitivamente, dandoci un altro Appuntamento in quei Paesaggi Naturali infinitamente splendidi, quando spero non mancherà anche l’Amico Romano, il Vecchio Cacciatore Alpino.

È