VIENI VIA CON ME

Chiusa la Stagione Venatoria 2010/2011, come di consuetudine mi sono dedicato anima e corpo ai miei Nuovi Cuccioloni con l’obiettivo di prepararli alle future Esperienze di Caccia,

iniziando ad allenarli dapprima nella più buia oscurità notturna [… per ottenere da loro “il collegamento” le modalità da seguire possono essere diverse e dal mio punto di vista l’Attività Notturna è la più completa perché non ammette errori], attraversando per lo più Aree di Pascolo con all’interno qualche boschetto, magari “banale” ma comunque presente, e successivamente [anche se certo non di minor importanza] portandoli a diretto contatto con la Selvaggina di Pelo, costituita soprattutto da Caprioli, Cervi, Mufloni ed ultimamente persino Cinghiali, che dalle mie parti infuriano un po’ ovunque.

Quest’ultima attività è forse la più complicata dell’intero periodo di Addestramento e di Dressage al quale i Cuccioloni devono necessariamente sottoporsi, poiché insegnargli che i fortissimi odori emanati durante la notte, sin alle prime luci dell’alba, da parte di questi bellissimi Ungulati [normalmente anche il cane più incapace li percepisce …], NON SONO “COSA” CHE LI RIGUARDA, ANZI DOVRANNO SEMPRE RAPPRESENTARE PER LORO UN “DIVIETO SACRALE”, potrebbe generare in questi Giovanissimi Esemplari degli “shock” a volte difficili da recuperare, infatti imparare a discernere “cosa s’ha da fare da cosa non s’ha assolutamente da fare” in Età Giovanile può rivelarsi cruciale per la carriera Cino/Venatoria che naturalmente dovrebbe spettargli [sempre che le loro Qualità Caratteriali, Geneticamente consolidate in precedenza, non siano adatte a sostenerli in maniera equilibrata].

Il terzo passaggio, forse il più importante per un Cacciatore di Bosco e in particolar modo di Beccacce, è legato agli Uccelli, i Piccoli Uccelli che frequentano il Sottobosco come “gli Scriccioli, i Pettirossi, le Cince, i Merli, i Tordi e altri”, poiché anche in questo caso saperne riconoscere e discernere gli effluvi è una caratteristica “irrinunciabile” per tutti i praticanti Cacciatori di Montagna.

Sottolineo il binomio “Cacciatori-Montagna” poiché il solo pensiero che il Proprio Ausiliare sia “in Ferma” lassù sulla vetta e di dover correre a “Servirlo”, percorrendo anche centinaia di metri in salita, per poi scoprire una volta arrivati che si trova “in Ferma” su un merlo o su un uccellino qualsiasi, non può che rappresentare un Vero Dramma per chiunque.

Per raggiungere al meglio “tali miei obiettivi”, due delle Aree di Insegnamento che preferisco si trovano in Comune di Feltre, nel Bellunese, e per riuscire ad essere presente “al Primo Canto del Pettirosso”, devo necessariamente svegliarmi alle 05:00 del mattino, in modo che salendo lungo il fiume Piave [tristemente conosciuto per le note vicende belliche] dal lato opposto alla Provinciale Feltrina, riesco a fare una velocissima ed immancabile prima colazione a Quero, alla “Locanda Curto” del simpaticissimo Paolo Berra e poi a parcheggiare il mio furgone appena fuori dal Paesino di Anzù, posto alle pendici del Monte Miesna [un promontorio di notevoli dimensioni, completamente attraversato da acqua di sorgente]. Chi come me è nato in Montagna, sa quanto meravigliose siano le Dolomiti e quale atmosfera fantastica riescano a sprigionare nell’aria, tanto più se in compagnia dei propri Ausiliari.

Frequentando queste stupende Zone Alpine di Grandissimo Valore Storico, Naturale ed Ambientale, ho anche avuto modo di conoscere diversi residenti, a volte Cacciatori ed altre volte no, ma tutti con un’innata Passione per i Funghi, per la Pesca oppure per la Montagna, per cui “accomunati” da simili ideali , e fra questi in particolare un simpaticissimo ometto “quadrato” di nome di Dino Zannol che quasi sempre nel vedermi girare fischiando, richiamando, imprecando [senza mai bestemmiare, ci tengo a farlo notare!] e sgridando i miei Giovanissimi Esemplari, attrae la mia attenzione agitando le mani dal giardino di casa, per invitarmi a passare da Lui appena terminato il mio lavoro, per scaldarci un po’ gustando un buon caffè, come recita il detto veneto: “se Vuoi provare le Pene dell’Inferno, Trento d’Estate e Feltre d’Inverno”.

Qualche settimana fa, il 23 febbraio 2011, uno di “questi miei Esemplari” si è intestardito nell’inseguire un Bellissimo Cervo, oltrepassando proprio il Monte Miesna [non so davvero come abbia fatto]  e perdendo del tutto l’orientamento. È riuscito poi a raggiungere la strada Comunale che porta al “Canal”, dove un gentiluomo, il Sig. Giulio Burrasca, l’ha notato e credendo di fare la cosa giusta ha fermato il suo fuoristrada aprendogli il portellone posteriore per “toglierlo” dai guai.

Chiaramente OPPIS DIHUK non si è fatto pregare ed ha reagito come avrebbe fatto il 99% dei Cani da Caccia, salendo sul fuoristrada, senza sapere che così facendo mi avrebbe causato un sacco di problemi.

Per ben tre giorni consecutivi sono rimasto in giro a cercarlo giorno e notte, senza alcun risultato, fino a quando un Collega Cacciatore che frequenta la mia stessa Zona di Addestramento, il Sig. De Franceschi, la mattina del 26 febbraio 2011 in modo del tutto casuale mi ha fortunatamente raccontato dov’era finito il mio cane [egli infatti non sapeva assolutamente che l’Esemplare “smarrito” fosse di mia proprietà], ponendo un lieto fine all’intera vicenda.

Il Dino Zannol, per tutti e tre quei giorni ha vissuto la sfortunata avventura in prima persona, girando ovunque, quasi che il Cane fosse suo e appena l’ho informato del ritrovamento, per festeggiare in mia compagnia ha pensato di invitarmi a pranzo, a degustare le specialità venete che sua moglie Elena sa preparare e servire con la sincera cortesia delle donne di Montagna.

Fra le mille e più chiacchierate, il buon Dino mi ha detto: “Ma come fai ad uscire con questo freddo tremendo tutte le mattine, con la pioggia, con la neve o con il bel tempo? Per Te non fa alcuna differenza!!! Dove la trovi tutta questa voglia? La tua deve essere una Passione Maniacale, una Malattia per i Cani e la Caccia credo!!!

Ti osservavo anche stamattina quando richiamavi e fischiavi contro quel Setter Inglese, quello quasi tutto di color Nero e Lui, quasi fosse telecomandato, ti ubbidiva a grande distanza, a 500 forse 600 metri da te. Ma com’é possibile?

E ancora: “L’ho visto andare in Ferma sulla Lepre e poi Guidare come un Ghepardo, sfiorando il terreno col petto e la pancia quasi a voler scomparire sottoterra per non farsi notare … è stata un’emozione indescrivibile anche per me, neanche fosse mio. Poi ho visto come ti sei avvicinato e Lui senza indugio ha nuovamente accostato il Selvatico, io osservavo tutto col mio Binocolo … fantastico, surreale!!! Poi, quando la Lepre è partita, non sono riuscito a capire come hai fatto a frenarlo nella sua corsa sfrenata. Noto che lo coccoli come un figlio, ma come si chiama quel Cane?

Sai Dino, questo particolarissimo Setter Inglese è un Esemplare da Grande Cerca, da immensi Spazi, per di più ha un carattere parecchio bizzarro, è molto forte anche se sembra assolutamente docile e malleabile. Non riesci mai a domarlo, a tenerlo a freno con Padronanza, combina di tutto e di più, spesso anche qualche fesseria ma ben sapendo chi è che comanda, chi fra me e Lui è il Capo Branco. Infatti appena sente il tono della mia voce salire, senza pensarci su si calma, si gira nella mia direzione ed ubbidisce ben oltre ogni aspettativa. Comunque un furbone direi, che in ogni caso si chiama THELL, OPPIS THELL per la precisione, infatti io sono il Titolare dell’Allevamento con Affisso ENCI OPPIS.

“Allora è quello che Carlo Bordin ha incrociato sulla Cima del Miesna, vicino al Capitello della Madonna, mentre schiacciatissimo col ventre a terra Guidava il Francolino di Monte divincolandosi e piegandosi come fosse un elastico di gomma, a rallentatore fra i noccioli. Carlo mi diceva di sentire la tua voce più in basso che lo richiamava ripetendo THELL, THELL …”

Si, è proprio Lui, cercavo di farlo rientrare perché era uscito da ogni “ben di dio”, oltre i limiti tabellati del Campo di Addestramento e non volevo che qualcuno pensasse che ne stavo approfittando.

“Domani se non ti dispiace vorrei venire anch’io in giro con i Tuoi Cani, è troppo emozionante vederli in prima persona per non voler goderli facendo due passi. Devi sapere che Carlo Bordin è il più bravo Cacciatore di Beccacce della Zona, lui ne prende ogni anno più di tutti gli altri Cacciatori ed ha sempre avuto dei Buoni Cani, degli Ottimi Cani direi, ma mai ho avuto modo di vedergli fare quello che riescono a fare i Tuoi. Fantastici, proprio fantastici.

Sono molto felice di sentire queste parole, specialmente da una persona che con la Caccia non ha proprio nulla a che fare, perciò sicuramente sono più sincere che mai. Comunque se domani vorrai venire con me, anche più tardi di quando arrivo io al Campo, vedrò di tenere sul furgone apposta per te il più bravo dei miei Fedeli Ausiliari, poi Tu stesso mi dirai cosa ne pensi.

“Ok, d’accordo così. A domani mattina allora.”

Il giorno seguente ha nevicato e il buon Dino chiaramente ha dovuto rinunciare, poiché pensava che il Terreno fosse impraticabile. Incontrandolo come sempre dopo aver svolto il mio operato, gli ho consigliato di attendere qualche giorno affinché sia il Clima che il Terreno fossero più adatti alle sue aspettative.

Il 04 febbraio 2011, vedendo che stava uscendo una bella giornata, ho cambiato volutamente Angolo di Terreno e mi sono inoltrato sul “Canal”, il Regno dei Cervi di quelle parti, dove – dopo aver fatto esplorare Due buonissime Zone a Due Diverse Coppie di miei Ausiliari – ho creduto opportuno fare un apposito squillo a Dino che verso le 09.00 è venuto al mio furgone, e dopo un breve saluto siamo ripartiti senza fronzoli al seguito dell’inarrivabile OPPIS RAHSS,  assecondato dal promettente OPPIS NECHK.

Trascorsa una quindicina di minuti, ho notato che il mio Fido Esemplare procedeva con grande attenzione, col sentore del Selvatico nelle vicinanze, per cui ho fatto notare la scena anche al buon Dino e – riprendendo con il mio smartphone ciò che aveva combinato un Cervo del posto, o forse più di uno, grattando con le corna i fusti delle piccole piante circostanti durante la notte [come si vede nel filmato e nella foto], sono riuscito ad immortalare abbastanza bene ciò che questo Magnifico Rappresentante della razza del Cane dal Pelo di Seta è riuscito a far vedere, in tutte le sue forme, in tutte le sue movenze, in tutte le sue Naturali Caratteristiche. Splendido, veramente Splendido.

Nel frattempo cercavo di attirare l’attenzione di Dino perché osservasse il mio OPPIS RAHSS,  letteralmente “Schiacciato” a Terra, con le Gambe Anteriori che, seppure puntate al suolo, sembravano quasi non esserci più, con la Coda, la Sua Lunghissima Coda, che dava l’impressione di essergli stata Troncata, e la Groppa, il Dorso e la Schiena che tutte insieme non superavano di certo i 20 centimetri di altezza da terra [forse un pò aiutato in questo anche dalla morfologia del terreno]. E poi il Collo e la Testa di questo Impressionante Esemplare, ben protesi e Perfettamente Allineati in quegli istanti, quando solo il “Pompare Ritmico” delle Sue Labbra pareva dare “Segni di Vita”.

Dino non emetteva neanche una sillaba, sudava vistosamente in modo anomalo, quasi come un arancia quando viene spremuta, credevo gli venisse addirittura un ictus, e riuscivo a scorgere il suo sguardo immobilizzato, rivolto al mio Fantastico Ausiliare, che esprimeva emozioni indescrivibili, assolutamente uniche.

Mi spiace solamente di non essere riuscito [perché nemmeno io non me l’aspettavo], a filmare quanto poi effettivamente è accaduto ed è stato vissuto in diretta sia da me che dall’esterrefatto Dino, ossia la concomitante presenza e l’impensabile contemporaneo involo di una Regina del Bosco che, violando le Sue Regali Abitudini, pur solamente di qualche metro, si era furtivamente introdotta fra i primi monconi delle piante di mais lì presenti, a poche decine di centimetri, forse un metro al massimo, da un colorito Maschio di Mongolia che mi è stato detto essere abituale frequentatore di quell’ambiente.

Una scena che mai avevo avuto modo di vedere, di assaporare e di vivere in prima persona fino ad oggi e, per l’occasione, per quella fantastica occasione, di condividere col mio Nuovo Amico “Dino”, del quale non riporto nemmeno le parole, né descrivo le espressioni del viso e del corpo, in merito a quanto ha potuto vedere con i suoi stessi occhi, arrivando persino a “bloccare” il Grande OPPIS RAHSS, per poi inginocchiarsi di fronte a lui ed accarezzarlo con amore, vero amore, baciandolo con sentimento per “Ringraziarlo dell’Emozione Vissuta” in Prima Persona.

Questo per me significa unicamente Pregiarsi di Guidare degli “Specialisti”, Cani da Ferma, Esemplari Unici, ottenuti esclusivamente a compimento di una Grande Opera, un Adeguato e Continuo Lavoro Istruttivo, chiaramente di grande Sacrificio, che solo le numerosissime Esperienze prodotte negli Anni sul Terreno di Caccia – possibilmente di Montagna ed incontrando Selvaggina “Vera” – possono far conquistare.